Bloccare i difensori avversari
Andiamo a conoscere nel dettaglio una delle idee maggiormente innovative del calcio odierno: la costruzione del gioco che prevede la rottura della linea difensiva avversaria.
Il gioco del calcio è, per sua natura, in continua evoluzione: cambiano ininterrottamente le sue metodologie di lavoro, gli strumenti per allenare “la sfera fisica”, le tecnologie per analizzare le partite e adesso, con l’introduzione del VAR, anche le procedure per far rispettare le sue regole. Questa incessante evoluzione si riflette anche nelle modifiche a tempi e spazi di esecuzione durante il gioco.
Una cosa, però, non varia: la gestualità dal punto di vista tecnico, nonostante si abbiano nuovi canoni di valutazione delle stesse abilità.
In questo panorama, l’addestramento tecnico del giocatore assume un’importanza ancora maggiore e le proposte devono essere calibrate considerando la globalità che l’allenamento deve avere oggi. Compito dell’allenatore è quello di ideare nuove strategie per arrivare alla finalizzazione, tenendo conto del nuovo panorama di riferimento e di strutturare di conseguenza l’allenamento per raggiungere gli obiettivi prefissati.
CAMBIO DI PARADIGMA DELL’ORGANIZZAZIONE IN CAMPO
Da alcuni anni, nei campionati internazionali, abbiamo visto sempre più squadre orientate a giocare, capaci di presentare soluzioni differenti per l’inizio della manovra e per i suoi successivi sviluppi. Tali soluzioni di gioco sono riconosciute anche in alcune squadre nel nostro campionato italiano di Serie A. In particolare, si può notare come la strada intrapresa sia quella votata alla ‘proposizione’ del gioco, alla ricerca di un calcio qualitativamente migliore, un calcio che abbia la prerogativa ed il gusto di ‘passarsi la palla’.
Ciò viene fatto costruendo l’azione fin dall’origine, a partire dal portiere o dopo la conquista della palla e l’attuazione del principio di messa in sicurezza1, con il fine di guadagnare il predominio nel palleggio, prendendo più campo attraverso il possesso palla, attraverso una continua ricerca delle rotazioni e interscambio delle posizioni e dello scaglionamento in tutti gli spazi disponibili, anche sotto la linea della palla.
Questa modalità si applica ad alcune situazioni di gioco e non esclude il principio della verticalizzazione immediata, quando questa è possibile, e il principio della conduzione veloce verticale per lo sviluppo.
Ad esempio, in una situazione di pressing da parte degli avversari, la squadra fa ripartire l’azione con un retropassaggio all’indirizzo del portiere e, nel susseguente scaglionamento in ampiezza ed in profondità all’indietro dei giocatori, sfrutta la superiorità numerica creata, per uscire dal pressing avversario, portando la palla, attraverso la manovra, nella cosiddetta ‘zona di rifinitura’2.
In un’altra situazione di gioco, dove la squadra avversaria è stretta e corta e limita gli spazi di azione, lo scaglionamento in ampiezza e profondità all’indietro, attraverso il palleggio prolungato e passaggi tra le linee, porta la squadra a conquistare campo e trasmettere la palla in zona di rifinitura.
COSA SONO LA MESSA IN SICUREZZA E LA ZONA DI RIFINITURA
1) Per messa in sicurezza ci si riferisce a quando, recuperata la palla in una qualsiasi zona del campo, si decide di portarla lontano dalla densità degli avversari, dando così alla squadra il tempo di riordinarsi, riposizionando le giuste distanze all’interno dei reparti e tra i reparti per lo scaglionamento.
2) Per “zona di rifinitura’ si intende quella parte di campo da dove, con una giocata in velocità, possa partire il passaggio decisivo, l’assist che generi l’occasione da gol, oppure da dove possa svilupparsi un’azione individuale con un’alta incidenza di pericolosità; questa zona non ha uno spazio preciso né ben definito, ma la si può localizzare, in campo aperto, alle spalle dei centrocampisti avversari e davanti alla linea dei difensori avversari.
IL RUOLO DEL PORTIERE COME GIOCATORE DI MOVIMENTO
Oggi al portiere, inteso come giocatore di movimento, è richiesta la capacità di entrare a tutti gli effetti negli schemi tattici della sua squadra, sviluppando tecnicamente e mentalmente una fase offensiva che lo veda protagonista di giocate durante la partita.
Il portiere deve quindi essere inserito nelle nostre esercitazioni specifiche di reparto e di squadra, nelle quali viene considerato come un giocatore qualsiasi di campo; quindi è necessario prestare tutta l’attenzione del caso a tempi e spazi nei quali l’estremo difensore è tenuto a muoversi, in confronto alla situazione di gioco che si sta cercando di sviluppare.
L’IDEA DI BLOCCARE E ROMPERE LA LINEA DI DIFESA AVVERSARIA
In questo momento storico in cui troviamo sempre più squadre organizzate, strette e corte, con difese che lavorano di reparto in fase di non possesso, per arginare le difficoltà offensive l’allenatore è chiamato a ideare nuove strategie per arrivare alla finalizzazione.
Bloccare e rompere la difesa avversaria è una delle idee maggiormente innovative nel calcio odierno. In una situazione di conquista della palla e di messa in sicurezza attraverso il palleggio, le ali vanno a posizionarsi larghe, alla stessa altezza delle nostre punte (o del nostro singolo attaccante insieme al trequartista o mezzala), che nel frattempo si saranno posizionate sulla stessa linea dei centrali difensivi avversari.
Gli esterni in punta, in questa situazione, saranno pronti a ricevere il cambio di gioco per effettuare un 1 vs 1 o un 2 vs 1, in caso di eventuale sovrapposizione – interna o esterna – del compagno. Ma non solo: avendo creato ampiezza, gli esterni tenderanno a far dilatare – contro una difesa che gioca stretta – le distanze tra i difensori centrali e gli esterni bassi, creando inoltre dei corridoi in caso di uscita dell’esterno basso sul lato della palla o di marcatura.
I nostri due attaccanti centrali saranno sulla medesima linea dei due centrali difensivi avversari, orientati con il corpo e con il piede pronto ad attaccare la profondità: in questa maniera bloccheranno i due diretti avversari e ne limiteranno il controllo dello spazio posto tra questi difensori ed i centrocampisti avversari, ovvero la “zona di rifinitura”.
La situazione che ne consegue è questa: i giocatori di punta sopra la linea della palla, schierati sull’ultima linea difensiva avversaria, hanno di fatto la funzione di bloccare i difensori, pur mantenendo sempre valido il principio che, se uno dei giocatori preposto ad andare in linea di punta può entrare nel vivo del gioco, deve farlo se ce ne fosse bisogno, per creare una superiorità numerica e per consentire il tempo di movimento per il posizionamento.
Le situazioni possono essere molteplici creando diverse varianti, in base al numero di giocatori in linea di punta e dei difensori avversari.
· Situazione di blocco: 4 attaccanti – 4 difensori
Nella parte restante del campo, bloccati de facto 4 attaccanti e 4 difensori, si crea una situazione di gioco di 6 (più il portiere) vs 6.
· Situazione di blocco: 5 attaccanti – 5 difensori
Se una squadra porta cinque attaccanti sulla linea difensiva avversaria, bloccando quindi cinque avversari, crea la situazione, nella restante parte del campo, di un 5 (più il portiere) vs 5.
· Situazione di blocco: 4 attaccanti – 5 difensori
È anche possibile vedere una squadra attaccare con 4 giocatori ed i difensori avversari schierarsi con 5 giocatori.
In questo caso, nella restante parte del campo, si avrà un 6 (più il portiere) vs 5.
SCAGLIONAMENTI E MODULI
Le diverse situazioni che si vengono a creare producono un insieme di scaglionamenti a campo aperto: uno dei principi fondamentali nello scaglionamento è la distribuzione nello spazio, creando più ampiezza e profondità possibile all’indietro, con l’obiettivo di far correre, inutilmente, attaccanti e centrocampisti avversari, impegnati in un pressing che effettueranno, giocoforza, con un uomo in meno, potendo noi contare anche sull’appoggio del portiere.
Grazie allo scaglionamento, sarà possibile avere più tempo e più spazio sia per controllare la palla, sia per scegliere la giocata giusta.
Da tutto questo, si formano una serie di diversi moduli per la costruzione del gioco:
· 6 (più il portiere) vs 6
(1-2-1-2; 1-3-2; 2-1-2-1; 2-3-1; 4-2; 2-4; 3-2-1; 1-2-3);
· 5 (più il portiere) vs 5
(2-1-2; 3-2; 1-3-1; 2-2-1; 2-3; 3-1-1; 1-2-2);
· 6 (più il portiere) vs 5
(1-2-3; 1-2-1-2; 1-3-2; 2-3-1; 3-1-2; 4-2; 2-4; 3-2-1).
Di seguito vengono presentati diversi sistemi di gioco e alcune idee di possibili scaglionamenti.
6 (PIÙ IL PORTIERE) VS 6
MODULO 3-4-3
SCAGLIONAMENTO 1-2-3-(4)

MODULO 4-4-2
SCAGLIONAMENTO 2-4-(4)

MODULO 4-2-4
SCAGLIONAMENTO 2-1-2-1-(4)

MODULO 3-5-2
SCAGLIONAMENTO 2-3-1-(4)

MODULO 4-3-3
SCAGLIONAMENTO 1-3-2-(4)

MODULO 4-2-3-1
SCAGLIONAMENTO 1-2-1-2-(4)

MODULO 4-3-1-2
SCAGLIONAMENTO 2-3-1-(4)

MODULO 4-1-4-1
SCAGLIONAMENTO 4-2-(4)

5 (PIÙ IL PORTIERE) VS 5
MODULO 4-3-3
SCAGLIONAMENTO 2-2-1-(5)

MODULO 3-4-3
SCAGLIONAMENTO 2-3-(5)

MODULO 3-5-2
SCAGLIONAMENTO 3-2-(5)

MODULO 4-1-4-1
SCAGLIONAMENTO 1-3-1-(5)

MODULO 4-2-4
SCAGLIONAMENTO 1-2-2-(5)

MODULO 4-4-2
SCAGLIONAMENTO 2-1-2-(5)

MODULO 4-2-3-1
SCAGLIONAMENTO 4-1-(5)

MODULO 4-3-1-2
SCAGLIONAMENTO 3-1-1-(5)

COMPORTAMENTO IN FASE DI NON POSSESSO
Decisi gli uomini che vanno in linea di punta e i tempi per lo scaglionamento, nel gioco del calcio le due fasi, offensiva e difensiva, sono intimamente legate tra di loro. Non possiamo quindi non accennare alla cura degli aspetti difensivi anche in un lavoro dove il focus è la costruzione del gioco. Senza inoltrarci in discorsi troppo specifici, che ci farebbero allontanare dal tema trattato, possiamo sintetizzare fondamentalmente due comportamenti difensivi ai quali ricorrere nel momento
in cui si perde il possesso della palla.
Il primo è la ‘transizione immediata’, che possiamo immaginare come l’aggressione veloce della palla appena persa da parte dell’uomo o degli uomini più vicini, per togliere tempo all’avversario che ne è in possesso: questo atteggiamento spinge i difensori a rompere la linea, a cercare la difesa uomo contro uomo, ad avere una presenza ‘attiva’. Questo tipo di transizione si può verificare con molta probabilità quando la squadra attacca con giocatori vicini tra di loro, quando si guadagna
campo con passaggi corti, che di norma assicurano un avanzamento compatto della squadra: la conseguenza di tutto questo è la vicinanza fra i giocatori e quindi la relativa possibilità di ‘riaggredire’ la palla persa.
Il secondo comportamento è invece legato alla copertura dello spazio: se la nostra squadra non è compatta in fase di avanzamento, se il primo pressing immediato è andato a vuoto, allora diventa necessario ripiegare con i reparti, coprire lo spazio dietro alle nostre spalle e ripristinare le condizioni per l’attacco alla palla, le relative coperture, i marcamenti e tutto ciò che riguarda il nostro modo di difendere.
Non si sta ovviamente parlando di due filosofie diverse, ma più che altro di due comportamenti alternativi, che vanno letti di partita in partita, in base all’avversario, ed interpretati in maniera univoca da parte dei nostri giocatori.