Dietro la favola del Machida Zelvia

Nella JLeague giapponese sta stupendo tutti la matricola Machida Zelvia, che alla prima partecipazione della sua storia nel massimo campionato nipponico si ritrova in testa alla classifica dopo quattro giornate.

Nel mondo del calcio si sentono spesso storie di allenatori che hanno iniziato il loro percorso nei settori giovanili per poi finire (chi più velocemente, chi meno) ad allenare una prima squadra della massima categoria. Cosa dire invece della storia di un tecnico che si è formato nel settore scolastico, per poi essere chiamato a prendere le redini di una formazione di prima divisione?

È questa la storia di Gō Kuroda, allenatore del sorprendente Machida Zelvia, club di JLeague. La compagine di Machida (la città degli scoiattoli, area conurbata della capitale Tokyo), alla sua prima esperienza nel massimo campionato giapponese, ha infatti registrato una partenza sprint, con tre vittorie ed un pareggio nelle prime quattro giornate di questa edizione 2024 del torneo.

Grande artefice di questo avvio di stagione, nonché l’uomo che ha portato il club in JLeague un anno fa (dopo averlo raccolto reduce da una quindicesima posizione in LJeague 2), è come detto Kuroda. Il cinquantatreenne allenatore di Sapporo viene da un trascorso che lo ha visto per ben ventotto anni alla guida della Aomori Yamada High School, dove ha conquistato tre campionati nazionali arrivando secondo in altre tre occasioni e dove ha contribuito alla crescita di giocatori come Gaku Shibasaki (ora al Getafe) e Kuryu Matsuki (FC Tokyo).

Prima di dedicarsi a tempo pieno al calcio, l’allenatore lavorava nel circuito alberghiero dando quindi al suo curriculum un background di competenze non solo tecnico specifico ma anche di soft skills ormai richieste a qualsiasi coach di primo livello come la capacità di gestione simile a quella di un manager aziendale. Il suo profilo tecnico e professionale è stato scelto dal CEO dello Zelvia, Susumu Fujita, l’uomo incaricato di guidare il club da quando la compagnia CyberAgent ha acquistato la società nel 2018.

La CyberAgent ha fatto le cose in grande, ampliando lo stadio (il Machida Gion Stadium) fino alla capienza di 15.320 e costruendo una nuova struttura per il club. Soprattutto, grazie anche a questi interventi il Machida ha ottenuto durante la pandemia la licenza necessaria per poter competere in JLeague in caso di promozione.

Dal punto di vista tattico il Machida gioca con un classico 4-4-2, dove spiccano in difesa le individualità del portiere Kosei Tani e del difensore Gen Shoji, titolare al Mondiale con la maglia della nazionale giapponese. A centrocampo si fanno notare le due ali Byron Vásquez e Yu Hirakawa, entrambi dalle caratteristiche molto offensive, chiamati a sostenere gli attaccanti. Il primo, ventitreenne cileno, è cresciuto in Giappone giocando proprio per Kuroda all’Aomori Yamada. Presto potrebbe essere naturalizzato, rendendosi così disponibile per i Samurai Blue. Il secondo invece fa parte della nazionale olimpica.

In attacco inoltre Kuroda può schierare Shota Fujio e due sudcoreani: il nazionale Na Sang-ho e l’ariete Oh Se-hun, centravanti da 193cm d’altezza.

L’obiettivo, non facile, resta quello della permanenza in Jleague, in un campionato che per la prima volta è stato allargato a venti partecipanti (tre le retrocessioni). Ma non è solo questo. Qualora lo Zelvia si salvasse, altri club potrebbero finire per seguire la strada del Machida, andando a pescare tecnici nel settore scolastico. Una soddisfazione per Kuroda e per tutta la matricola Machida, considerata in patria la terza squadra di Tokyo.