Focus sul Molfetta

I biancorossi sono invischiati nella zona per non retrocedere seppur le aspettative fossero altre.

Dopo lo scorso campionato di centro classifica, in questa stagione il Molfetta era partito con altre premesse. Il Molfetta 2022/2023 si presenta ai nastri di partenza con un progetto certamente serio, così come la campagna acquisti estiva che ha portato i biancorossi a godere di un certo status tra gli addetti ai lavori. D’altronde il tesseramento di gente del calibro di Longo, Manzo, Vivacqua e Coratella non poteva far pensare altrimenti. Tuttavia i nomi non fanno i risultati e ben presto la squadra di Renato Bartoli è piombata in un pozzo senza fondo disseminando man mano tutte le proprie certezze. A finire sul banco degli imputati è stato proprio lo storico allenatore-manager, esonerato dopo quattro stagioni nella cittadina a nord di Bari. L’arrivo di Francesco Bitetto – unito a quello del nuovo direttore sportivo Riccardo Di Bari – non ha portato però i risultati sperati e dopo solo cinque partite è stato richiamato tre settimane fa lo storico tecnico Bartoli.

Molfetta, nonostante un ottimo mercato la squadra fatica ad ingranare

Dopo l’altalenante campionato scorso, il Molfetta si è posizionato in griglia di partenza con ben altre aspettative. D’altronde il mercato ha portato in dote autentici top player della categoria – Longo e Coratella su tutti – impreziosito dall’arrivo dai pro di Vivacqua. Una campagna acquisti senza grossi stravolgimenti ma con scelte oculate in tutti i reparti, frutto dell’ottimo lavoro del team del presidente Bufi, coordinato anche dallo stesso allenatore Renato Bartoli. Un ottimo 3-5-2 (solitamente 3-4-1-2 con Montinaro o Vivacqua da trequartista) in grado di far stropicciare gli occhi ai tifosi, entusiasti e vogliosi di un campionato di vertice.

Crudele però il responso del campo: se il brutto scivolone inaugurale contro la matricola Matera (3-4) poteva essere mascherato da una condizione fisica approssimativa, non si può dire altro delle restanti uscite. Dopo i tre punti conquistati nelle prime sei giornate, ecco finalmente la prima vittoria nel mese di ottobre (3-1 sul Bitonto). La squadra pian piano ingrana, poiché oltre alla sfortunata sconfitta in rimonta nella trasferta di Cava, arrivano due preziosi successi contro Gravina e Francavilla. Alla boccata d’ossigeno in termini di punti si aggiungono anche due confortanti clean shet, visti come una sorta di festività in questa stagione.

La nuova crisi ed il cambio in panchina

Quella contro i sinnici, resterà l’ultima vittoria in campionato nel 2022. Nel bilancio molfettese va comunque menzionata una buona dose di malasorte poiché le indisponibilità sono state veramente troppe. Spesso Bartoli si è ritrovato con gli uomini contati in difesa optando per scelte d’emergenza, dicasi lo stesso in attacco. Dopo l’exploit inaugurale – 4 centri – si è interrotto il campionato di Ciro Coratella. L’ex Nola è stato vittima di un guaio muscolare che l’ha tenuto lontano dai campi per quasi due mesi. Rientrato in panchina contro la Team Altamura, si è fatto espellere per proteste rimandando dunque ogni discorso a questo 2023. Il rientro del classe 1999 è certamente l’asso nella manica del Molfetta nel girone di ritorno.

Piombata in una nuova crisi – un punto nelle successive quattro gare – il presidente Saverio Bufi ha optato per un cambio al timone. Via dunque dopo quattro stagioni il controverso Renato Bartoli: per tamponare gli evidenti problemi del Molfetta viene nominato Francesco Bitetto, che torna così in auge dopo un periodo di inattività. L’ex guida di Martina e Nardò ripropone il 3-5-2 di matrice bartoliana, ma così come il suo predecessore, fatica ad ingranare. Netta sconfitta casalinga contro la Team Altamura e buon pari contro l’Afragolese: il Molfetta chiude il 2022 con soli quattordici punti in piena zona play-out. Durerà cinque partite il rapporto con il nuovo tecnico, prima del ritorno a casa di Bartoli.

La nomina di Riccardo Di Bari ed il mercato dicembrino

A stagione in corso, il Molfetta ha cambiato anche il direttore sportivo nominando Riccardo Di Bari come nuovo responsabile dell’area tecnica. Al momento della sua nomina, gli si è presentata subito dinanzi la patata bollente del mercato dicembrino, che ha portato non poche modifiche. Dal punto di vista tecnico dolorose le cessioni di Manzo, Montinaro e Di Modugno, alle quali si sono aggiunte quelle dei difensori Pinto e Calvanese e degli attaccanti Leonetti e Tedesco. D’altro canto sono approdati sulle rive adriatiche Alessandro Avantaggiato e Federico Pizzutelli; gradito in attacco anche il ritorno del croato Kordic e sono stati acquistati nella battute finali Gianvincenzo Martino e Nicola Zagaria. In porta è arrivato anche Francesco Tricarico, portiere che vanta una promozione in C con l’Audace Cerignola che con Diamé e Crispino completano bene il reparto portieri. Importante infine aver resistito alle avance per Lorenzo Longo.

Molfetta, troppi gol subiti ed una rosa forse incompleta

Il grande problema del Molfetta in questa stagione è sicuramente la fase difensiva. A conti fatti, con 38 reti subite, la retroguardia biancorossa è la più battuta dopo quelle di Puteolana e Lavello. Preoccupante ma significativo è l’andamento al Paolo Poli: 24 dei 38 gol subiti sono arrivati nell’impianto amico, dove il Molfetta registra anche il peggior rendimento casalingo del campionato con soli 9 punti fatti. Questo dato può mettere in risalto la fragilità mentale della squadra, sia nel captare i momenti della partita sia nell’assorbire il malumore del pubblico . Il 3-5-2 è spesso sinonimo di garanzia difensiva, ma non evidentemente per il Molfetta, che paga spesso anche grossolani errori individuali. A una difesa che balbetta, risponde un attacco che segna con regolarità: il Molfetta ha segnato 29 reti in questa stagione, addirittura 1 gol in più del Nardò secondo in classifica.

Per il tipo di rosa che ha a disposizione, Il Molfetta ha tutte le carte in tavola per risalire la classifica ma deve in fretta e furia mettere una pezza alle varie problematiche. Una di queste è una rosa non propriamente lunga, soprattutto in difesa e in attacco. Per aiutare Panebianco e Lobjanidze – impiegato con Bartoli anche da esterno – è arrivato un giocatore di spessore internazionale come Kevin Lafrance, nazionale haitiano che ha giocato anche un’amichevole contro l’Italia, ma visto gli acciacchi di De Gol restano anche le uniche soluzioni in difesa. Il peso dell’attacco verte invece tutto su Coratella e Kordic, supportati da Vivacqua. Confortanti notizie arrivano invece dal parco under con i vari Romio, Fucci, Stasi, Ciannamea e Cianciaruso tra i più coinvolti nelle rotazioni e sempre più parte integrante della rosa. Questi ragazzi sono calciatori dal sicuro avvenire.