Il metodo Coerver Coaching

Il metodo fondato da Wiel Coerver ha preso piede in Olanda, estendendosi in Europa e allargando i propri orizzonti anche al di fuori del Vecchio Continente, riscuotendo successo al punto dall’essere utilizzato, ad oggi, da top club quali Bayern Monaco, Real Madrid ed Ajax.

Quando e come nasce la metodologia Coerver Coaching

Ad oggi esistono tantissime metodologie di allenamento. Non esiste una metodologia che risulti migliore di un’altra, ma sicuramente bisogna scegliere in che modo allenare i proprio allievi anche in relazione alle capacità e le attitudini dei giovani atleti.

Questa metodologia è quella che ricopre il più ampio raggio di utilizzo, proprio perché si addice maggiormente rispetto alle altre, allo sviluppo del giovane calciatore. Oltre ad essere utilizzata nelle scuole calcio, sta prendendo sempre più il sopravvento anche nei settori giovanili di squadre professionistiche.

La metodologia nasce negli anni 70, grazie a Wiel Coerver, allenatore olandese, il quale intuì l’importanza di porre l’accento sulla performance del singolo all’interno del gioco di squadra. Sempre in funzione della collettività di gioco, studiò un metodo di allenamento che avesse come primo obiettivo lo sviluppo, il miglioramento e il consolidamento di tutte le capacità tecniche individuali proprie del gioco del calcio.

“Se in una squadra tutti i giocatori riescono a dare il meglio individualmente, ne gioverà soprattutto il collettivo.”

I principi di questo metodo non vogliono mettere in secondo piano l’insegnamento dei sistemi di gioco o la tattica collettiva, ma quest’ultime non possono prescindere dalla qualità tecnica individuale dei giocatori che la compongono.

Questa metodologia si basa sul concetto di “1 contro 1”.

Wiel Coerver analizzò i grandi giocatori con i video e arrivò alla conclusione che le loro abilità, in particolare quelle nel controllo di palla e la capacità nelle situazioni di “1 contro 1” sarebbero potute essere elaborate come strumento di insegnamento ai giovani calciatori, per lo sviluppo, il miglioramento e il consolidamento di tutte le capacità tecniche e tattiche individuali proprie del gioco del calcio.

Lo studio scientifico del Coerver Coaching ha portato allo sviluppo di un metodo di allenamento che prevedeva una serie di elementi didattici concatenati e sequenziali tra loro. I primi studi effettuati si sono centrati sullo sviluppo del calciatore e sulle finte. La schematizzazione che meglio rappresenta la progressione didattica del metodo è la piramide. Essa, ulteriormente divisa in sotto-stadi, evidenzia come si debba partire da una base portante, che sorregga tutti gli stadi successivi, fino all’ultimo stadio, che è il risultato finale dell’evoluzione della piramide, rapportata allo sviluppo di situazioni specifiche che completino il bagaglio tecnico di cui un calciatore necessita.

La piramide di apprendimento del giovane calciatore

Lo strumento per analizzare la progressione didattica del metodo è la piramide.

Alla base della piramide troviamo l’elemento tecnico del controllo e dominio della palla, che rappresenta il punto di partenza per la costruzione del giovane calciatore.

Le fasi della piramide sono:

  1. Dominio della palla
  2. Trasmissione e ricezione della palla (in gergo passaggi e controllo della palla)
  3. Finte e situazioni di uno contro uno
  4. Velocità
  5. Finalizzazione
  6. Attacchi di gruppo e gioco di squadra.
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Piramide di apprendimento

Dominio e controllo della palla

Si tratta della fase fondamentale.

Così come un palazzo non può reggere a lungo senza fondamenta, sarà difficile creare o formare al meglio un giovane atleta senza una solida base. Per questo il dominio della palla è il punto di partenza del settore giovanile.

Essendo alla base della piramide, questo elemento tecnico andrà allenato in maniera scrupolosa, soprattutto con esercitazioni a carattere individuale.

In questo caso si procede assegnando ad ogni ragazzo il suo pallone formando così l’equazione 1 GIOCATORE = 1 PALLONE

Trasmissione e ricezione

Questa metodologia tratta insieme “il passaggio e il controllo”.

Risulta essenziale l’abilità del giocatore nel primo controllo, perchè è quello che deve orientare il pallone nella direzione del prossimo passaggio. In partita la palla non è mai ferma e non c’è assolutamente il tempo di gioco per disgiungere ricezione e passaggio

Il controllo (quindi la ricezione) può avvenire con varie parti del piede: quello che si insegna per primo è il controllo con l’interno del piede, altri tipi di controllo sono:

  • Interno/Esterno
  • Suola
  • Punta
  • Tacco
  • Petto

Le proposte saranno esercitazioni analitiche sul primo controllo, prendendo in considerazione tutte le varianti ad esso collegate.

Finte e situazioni uno contro uno

Questa fase rappresenta uno step fondamentale, dato che nel mondo del calcio moderno questo concetto ricopre una fase fondamentale perché, se eseguita con successo, permette di creare la superiorità numerica in fase offensiva in una determinata zona del campo.

Inoltre in questa fase esiste una componente che non è allenabile, perchè innata: il timing e l’esecuzione di una finta. Questo non vuol dire che non è possibile far comprendere e migliorare un atleta da questo punto di vista. La fantasia e la creatività del singolo giocatore faranno sicuramente la differenza in fase di esecuzione, ma le componenti tecniche che stanno alla base dell’uno contro uno si possono comunque trasmettere con efficacia.

Le esercitazioni proposte per questo tema tecnico saranno giochi che insegnano finte per vincere duelli individuali e per creare spazio contro i pacchetti difensivi.

Velocità

Il concetto di velocità nel calcio ha due valenze:

  1. velocità dal punto di vista condizionale
  2. velocità di esecuzione del singolo gesto

La velocità intesa come tempo impiegato da un oggetto per coprire un determinato spazio (V=s/t misurata in m/s) è allenabile attraverso esercitazioni e giochi limitati da tempi precisi o attraverso esercitazioni a carattere competitivo come gare. La velocità di esecuzione, invece, dipende strettamente dal grado di sviluppo delle capacità tecniche, così se il livello tecnico del calciatore è elevato allora da lui ci si potrebbe aspettare una maggior velocità di esecuzione.

Le proposte per potenziare e migliorare questa fase saranno esercizi e giochi per migliorare agilità, accelerazione e potenza con e senza l’utilizzo del pallone.

Finalizzazione

L’obiettivo finale dello sviluppo di gioco individuale e collettivo è la finalizzazione a rete.

Tutti gli elementi tecnici analizzati finora sono finalizzati alla conclusione a rete. Anche in questo stadio vengono scomposti e presi in esame gli elementi che compongono la finalizzazione. In questa fase verranno stimolati gli atleti a trovare le migliori soluzioni per effettuare con successo un tiro o un goal.

Il lavoro sulle componenti tecniche della finalizzazione (tiro in porta, colpo di testa etc..) viene abbinato alla capacità di lettura della situazione di gioco, alla velocità di esecuzione della fase di finalizzazione, e alla creatività individuale.

Le proposte per migliorare questo tema tecnico saranno esercizi a carattere situazionale e giochi per migliorare la tecnica e incoraggiare il gioco istintivo, finalizzati a realizzare una rete.

Attacchi di gruppo

Si tratta dell’ultima fase della piramide.

In questo stadio viene allenata la capacità di  ricercare il possesso palla e la profondità dell’azione, lavorando in piccoli gruppi da 4 oppure 5 atleti. Dopo aver lavorato sulle capacità individuali dei singoli calciatori, esse vanno espresse all’interno degli attacchi di gruppo, con lo scopo finale di effettuare una conclusione a rete. In questa fase l’istruttore deve porre l’attenzione sulla ricerca della migliore soluzione da parte del giocatore.

Le proposte per migliorare questo tema tecnico saranno esercizi e giochi per migliorare il gioco in piccoli gruppi con una particolare attenzione alle ripartenze veloci in fase d’attacco e alla scelta della migliore soluzione.

Il calciatore pensante

L’obiettivo di questa metodologia, oltre alla crescita tecnica del singolo atleta è quello di “creare” un giocatore pensante. Bisogna esercitare un atleta a saper trovare la miglior soluzione tra le tante, in tutte le differenti situazioni di gioco.